Gli effetti della pandemia sul traffico aeroportuale: crollo del 75 per cento: “Il settore va aiutato a resistere”.
ROMA – La pandemia ha avuto un effetto negativo sul traffico aeroportuale. “In base alle stime di dicembre – ha detto Valentina Lener, direttore generale di Asseroporti, all’Ansa – il traffico aeroportuale nelle prime due settimane ha proseguito il trend di novembre con un -90% e nella terza settimana circa un -80% dovuto alla concentrazione dei viaggi prima del lockdown. Bene che andrà, su tutto l’anno registreremo circa il -75%. Quindi il 2020 si chiuderà con non più di 53 milioni di passeggeri, poco più di un quarto del traffico del 2019“.
Il crollo del traffico aereo
Un crollo del traffico aereo dovuto principalmente alla chiusura dei confini per la pandemia. Un primo semestre molto difficile per tutte le compagnie con il rosso che è stato vicino al 100%. Numeri simili anche negli ultimi mesi del 2020 per la ripresa dei contagi e le restrizioni prese dai singoli Stati per cercare di frenare l’andamento della curva.
Il dato complessivo leggermente migliore è dovuto alla leggera ripresa dell’economia e dei viaggi nei mesi estivi. Un allentamento delle misure che ha portato ad una crescita a due cifre.
Una ripresa difficile
Una ripresa per il settore che sembra essere molto complicata. La chiusura dei confini dovrebbe durare almeno fino alla prossima estate e per questo il primo semestre del 2021 si preannuncia molto complicato per le compagnie aeree.
Per la filiera aeroportuale e del turismo una crescita potrebbe avvenire nella seconda parte del 2021. Molto dipenderà dall’andamento del coronavirus e dalla campagna di vaccinazione che inizierà nelle prossime ore. Molti Paesi sperano di poter raggiungere l’immunità di gregge entro l’autunno. Un obiettivo che raggiunto dovrebbe portare ad un ultimo trimestre di crescita per il settore del turismo e aeroportuale. Ma per avere la certezza bisognerà aspettare ancora qualche mese.